Presentazione del nuovo Messale Romano al clero di Roma


Il card. Angelo De Donatis ha presieduto stamattina a San Giovanni in Laterano, chiesa cattedrale di Roma, un incontro con il clero romano per la presentazione della nuova edizione del Messale Romano.

Mons. Claudio Maniago, presidente della Commissione liturgica della CEI - Conferenza Episcopale Italiana ha presentato la nuova traduzione del Messale Romano, illustrandone le particolarità ed il lungo lavoro, durato 18 anni, che ha portato dall'Editio Typica del 2002 all'edizione odierna.


«È stato un lavoro lungo, complesso e delicato partito nel 2002». Il vescovo di Casetellaneta Claudio Maniago, presidente della Commissione liturgica della Cei, ha raccontato con queste parole ai sacerdoti di Roma riuniti questa mattina, 13 ottobre, nella basilica di San Giovanni in Laterano il percorso che ha condotto alla nuova edizione del Messale romano. 18 anni di lavoro, per arrivare alla versione approvata da Papa Francesco il 16 luglio 2019, che sarà obbligatoria in tutta Italia dalla Pasqua 2021. A Roma e nelle diocesi del Lazio invece il testo verrà usato per le celebrazioni già dalla prima domenica di Avvento, il prossimo 29 novembre.

Edito dalla Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena e distribuito dalla Libreria Editrice Vaticana, il testo – pagine color avorio e righe musicali – presenta una traduzione dal latino completamente rivista e formule rinnovate nel Padre Nostro, nel Gloria, nell’atto penitenziale. Fondamentale, il motu proprio di Papa Francesco “Magnum Principium” del 3 settembre 2017, che ha consentito al gruppo di lavoro di evitare la traduzione letterale dal latino, «fatta di un periodare molto faticoso», ha sottolineato Maniago. La nuova edizione alla quale si è giunti, ha osservato, «è un dono prezioso fatto ad ogni comunità perché diventa un invito a ciascuno a riscoprire la bellezza e la fecondità dell’Eucaristia». Meglio, un aiuto a celebrarla «nel solco del Concilio Vaticano II».

presentazione del nuovo messale romano, mons Claudio Maniago, San Giovanni in Laterano, 13 ottobre 2020Il presidente della Commissione liturgica Cei ha sottolineato che non è un “nuovo Messale” ma «una nuova edizione». Tra le novità più immediate, la scelta di avere «un unico formato, intermedio tra i due precedenti», come avviene già nelle altre Chiese locali. Le pagine sono di carta più leggera, «più sfogliabile e gestibile», avoriata e non gialla come prima, con carattere normale e non più in neretto. Le illustrazioni – poche – come la copertina sono state affidate a Mimmo Paladino, «artista contemporaneo di fama internazionale, le cui opere sono esposte anche ai Musei Vaticani», perché si tratta di «un Messale di oggi con opere di oggi».

presentazione del nuovo messale romano, San Giovanni in Laterano, 13 ottobre 2020Per quanto riguarda i contenuti, la novità più celebre, ha evidenziato Maniago, è quella che riguarda il Padre Nostro: non diremo più «non indurci in tentazione» ma «non abbandonarci alla tentazione»; viene inoltre aggiunto un «anche» nella parte sui debiti e i debitori. Nel Gloria, invece, cambia l’esordio, con «gli uomini amati dal Signore» al posto de 174gli uomini di buona volontà175. Immutate le parole della consacrazione, ha spiegato ancora il vescovo, mentre «nell’atto penitenziale, e non solo, è stata scelta la formula più inclusiva “fratelli e sorelle” in luogo di “fratelli”». Un «lavoro importante», per il vescovo, è stato anche quello di «accogliere la nuova versione della Bibbia della Cei del 2008, perché nel Messale si trovano diverse citazioni della Bibbia, ad esempio nelle antifone».

presentazione del nuovo messale romano, San Giovanni in Laterano, 13 ottobre 2020presentazione del nuovo messale romano, San Giovanni in Laterano, 13 ottobre 2020presentazione del nuovo messale romano, San Giovanni in Laterano, 13 ottobre 2020

Per il cardinale vicario Angelo De Donatis, che ha introdotto l’incontro, «la nuova edizione del Messale sarà l’occasione per riscoprire nella Messa il polo essenziale, l’occasione imprescindibile per generare relazioni autentiche, sane e improntate al Vangelo. Per riscoprire l’Eucaristia come esperienza di popolo. Il Messale – ha aggiunto – ci riporta ancora una volta alla comunità, all’esperienza di popolo e l’Eucaristia è la risposta del popolo all’amore coinvolgente del Padre». (Giu. Ro.)







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